ANTONIO SPANEDDA

IOAMOILMARE

PROGETTO



Il potere dell’arte di rigenerare

Ogni anno, oltre 8 milioni di tonnellate di plastica finiscono nei mari a causa dell’attività economica, aggiungendosi ai 150 milioni di tonnellate già presenti negli oceani. L’inquinamento marino costituisce almeno l’85% dei rifiuti marini, con i rifiuti di plastica come principale fonte di inquinamento. “IOAMOILMARE” è un progetto guidato dall’artista Antonio Spanedda, originario della Sardegna, che cerca di affrontare il problema trasformandolo in una fonte di ispirazione e ricchezza attraverso l’arte. Questo progetto si concentra sulla questione ambientale e vuole riportarla al centro della vita pubblica, soprattutto in una regione come la Sardegna, comunemente considerata una delle zone più belle del mondo ma minacciata dall’inquinamento.

IOAMOILMARE è un progetto che utilizza l’arte come strumento di espressione e comunicazione per affrontare il problema dell’inquinamento marino da plastica. L’artista Antonio Spanedda, insieme a giovani di Arzachena (Sardegna), ha raccolto la plastica dalle spiagge di Porto Cervo e l’ha trasformata in quattro opere d’arte, mettendo in evidenza il potere rigenerativo dell’arte e coinvolgendo sia le comunità locali che le future generazioni.

Antonio Spanedda ha creato quattro opere d’arte ispirate alle leggende sarde e al mare utilizzando la plastica recuperata dalle spiagge. Queste opere, che includono la principessa Medusa, la Medusa del mare, la Mosca macedda “muschedda” e la Pintadera di One Ocean Foundation, sono realizzate su tavole di legno con vari soggetti. Il processo artistico è stato partecipato e condiviso, poiché l’artista non si limita a produrre oggetti estetici, ma crea contesti che stimolano la creatività delle persone coinvolte attraverso workshop e promuove l’arte in ogni dialogo, confronto e incontro, così come nelle relazioni umane. Questo riflette l’evoluzione del rapporto tra natura e arte.

Principessa Medusa

La “Principessa Medusa” è una figura mitologica dell’antica Grecia considerata la donna più bella e intelligente, che fece innamorare il dio dei mari, Poseidone. Secondo la leggenda, Medusa si rifugiò in Sardegna, nel Castello di Samugheo, per sfuggire all’ira di Atena. L’origine del mito greco nella remota Sardegna è un mistero, con poche informazioni storiche disponibili, ma il mito potrebbe essere legato al culto femminino in simbiosi con l’acqua, una pratica antica e fondamentale in Sardegna. Il castello di Medusa è situato in una zona circondata da una densa vegetazione e domina la gola formata dalle acque del Riu Araxisi.

Mosca macedda “muschedda”

Numerose leggende circolavano, e tutt’ora circolano, sulla presenza nel Castello di Samugheo di “sa musca macedda”.
Una mosca “matta” posta a custodia del grande tesoro di Medusa. La sua missione era quella di proteggere il tesoro dai cercatori indesiderati che profanavano i luoghi sacri. La sua diffusione potrebbe essere paragonata ad una epidemia.

Medusa dei mari

Le meduse sono una delle prime forme di vita animale che il nostro pianeta abbia visto, circa mezzo miliardo di anni fa. Praticamente sono perfette già in partenza, in quanto non hanno subito una grande evoluzione. In tempi recenti è stata scoperta l’esistenza di una medusa “immortale”, capace di riprodurre una copia geneticamente identica di sé stessa. La medusa dei mari, a cui è stata dedicata una tavola dall’artista Antonio Spanedda, svolge un ruolo ecologico fondamentale per la sua funzione di “filtro” dell’oceano. Così come l’ape porta avanti il ciclo dell’impollinazione, la medusa, spostando l’acqua in verticale, mette in comunicazione tutti i livelli di profondità, distribuendo risorse vitali al mondo sottomarino.

Pintadera OOF

Col termine “pintaderas” si fa riferimento a manufatti in terracotta di piccole dimensioni, con una faccia piatta o leggermente convessa, decorata a motivi geometrici interpretati come matrici utilizzabili per la decorazione di particolari tipi di pane, anche impiegati per lo svolgimento di cerimoniali religiosi dedicati alla Dea Madre. La Pintadera è uno tra i più importanti simboli arcaici della Sardegna. Con la plastica recuperata dal mare di Sardegna è stato realizzato il simbolo di One Ocean Foundation. La fondazione, nata per promuovere un’economia blu, ha un profondo legame con la terra sarda

Arte come funzione sociale

Grazie a One Ocean Foundation, impegnata a promuovere l’economia blu sostenibile e l’importanza della tutela degli oceani, due delle opere di Antonio Spanedda, realizzate con la plastica raccolta dal mare, sono diventate scenografie per gli annuali One Ocean Summit Young organizzati al Teatro Franco Parenti di Milano.

Questi eventi raggruppano annualmente oltre 400 studenti delle scuole superiori che partecipano ai progetti educativi della OOF.

Le iniziative, che desiderano porsi come acceleratore di un cambiamento educativo blu, si svolgono con il patrocinio della Prefettura e del Comune di Milano, con il patrocinio della Marina Militare, con la partecipazione del vice prefetto Natalino Manno, del vicesindaco Anna Scavuzzo, e delle istituzioni scolastiche della città.

Il progetto IOAMOILMARE si affida al crowdfunding per finanziare iniziative educative sulla conservazione marina.
I sostenitori possono contribuire economicamente e in cambio ricevono un frammento delle opere di Antonio Spanedda, come segno di apprezzamento o investimento.
Le opere “Principessa Medusa” e “Medusa dei mari”, realizzate su legno con materiali riciclati e resina, sono state suddivise in 77 pezzi unici da 22×22 cm, tutti ritoccati a mano e autenticati dall’artista.